LA PITTURA DEL SEICENTO NEI DIPINTI ANTICHI
La pittura del XVII secolo, ossia il periodo barocco, si presenta nei dipinti antichi come un’affascinante forma d’arte, ricca di complessità e intrisa di straordinarie luci, ombre e spettacolari contrasti. Durante questo periodo, le rappresentazioni sacre e religiose si moltiplicano, diventando la principale committenza delle opere pittoriche. La Chiesa, infatti, trovò nell’arte un potente mezzo per affascinare e persuadere i fedeli.
I palazzi e soprattutto le chiese vennero decorati con grandiosi affreschi raffiguranti scene sacre, dipinte con estremo realismo e naturalezza, conferendo a tali composizioni un’autenticità tale da coinvolgere gli spettatori.
Nel contesto artistico di quel periodo, emersero due correnti principali: il naturalismo e il classicismo.
Il Caravaggio e il naturalismo:
Il naturalismo trovò il suo massimo esponente in Caravaggio, che introdusse nella sua pittura la vita quotidiana. Ciò che rende uniche le sue rappresentazioni è la scelta di persone comuni come modelli per le figure di Cristo, della Madonna e degli apostoli, illuminandole con una luce particolare. I volti e le espressioni dei personaggi raffigurati sono caratterizzati da una naturalità autentica, con rughe che testimoniano l’età e le preoccupazioni, simili a quelle che si possono osservare nelle persone che ci circondano ogni giorno.
Caravaggio promuove un’arte sincera ed espressiva, capace di rappresentare al meglio la realtà circostante e, soprattutto, di rappresentare l’umanità in tutte le sue sfumature, inclusi gli individui più umili e disagiati.
Questo movimento naturalista nella pittura si diffuse in Italia verso il 1620, e tra i più importanti pittori di questa corrente troviamo Orazio Gentileschi e sua figlia Artemisia, Bartolomeo Manfredi, Battistello Caracciolo, oltre a numerosi artisti stranieri operanti in Italia, come il pittore francese Valentin de Boulogne e lo spagnolo Jusepe de Ribera.
I Carracci:
Un’altra corrente artistica emersa nel Seicento vede i Carracci come principali esponenti. A differenza di Caravaggio e dei suoi seguaci, i Carracci hanno scelto di mettere in risalto i principi di chiarezza, monumentalità ed equilibrio tipici del Rinascimento. Hanno fondato l’Accademia degli Incamminati e il loro rappresentante di spicco è stato Annibale. Con lui si è andati oltre l’approccio iniziale, in cui predominavano le motivazioni di carattere religioso, aprendo una nuova strada per la pittura decorativa.
Tra le prime opere di Annibale Carracci, spicca “La macelleria”, in cui si evidenzia una rappresentazione oggettiva. L’artista riesce a combinare armoniosamente l’approccio “pittorico-naturalista” tipico delle regioni lombarde, venete ed emiliane con il carattere nobile e classico derivante dalla tradizione decorativa romana. Questa caratteristica prevale soprattutto nel suo lavoro del 1602, intitolato “La fuga dall’Egitto”, in cui l’elemento naturalistico non è solo uno sfondo, ma in un certo senso prevale sul tema narrativo. L’evento religioso si fonde con la rappresentazione della natura, e il sentimento religioso ne fa parte, in una sintesi proporzionata che collega l’uomo a Dio attraverso la natura stessa, che si svela in tutte le sue sfaccettature sulla terra.